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Van Gogh: Campo di grano con volo di corvi (Luglio 1890)

  • Anna Crippa
  • 11 ago 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 26 set 2020

Se con Millet abbiamo visto (nel precedente articolo) la bellezza umile e mistica e la fatica dignitosa del lavoro dei campi, con Van Gogh la scena cambia completamente: qui, nel “Campo di grano con volo di corvi”, sono la disperazione, la rabbia e la solitudine dell’uomo a dominare.

Il paesaggio, il campo di grano, diventa così la trasposizione simbolica di uno stato d’animo, di un dramma esistenziale:

· il campo tagliato dai tre viottoli che divergono crea una prospettiva “sbilanciata”, priva di un centro, di un punto di riferimento;

· la composizione bassa e larga esprime un senso di oppressione;

· il contrasto violento dei colori rimanda ad una lotta interiore feroce e disperata;

· la tempesta che incombe con i suoi nuvoloni neri non lascia presagire nulla di positivo, anzi sta fagocitando quanto nel quadro c’è di luminoso e sereno;

· infine, il volo scomposto di corvi neri è anch’esso segno di disagio interiore e sofferenza.

L‘artista sta per soccombere, come l’azzurro del cielo e l’oro del grano sono vinti dai colori scuri. Poco dopo, infatti, Van Gogh si spara un colpo di pistola al fianco e muore dopo un paio di giorni di agonia.

Il quadro è conservato al Van Gogh Museum di Amsterdam.

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