La musica come arma
- Anna Crippa
- 11 ago 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Si sa, la musica è uno strumento potentissimo per smuovere le coscienze e gli animi; con la musica si possono fare rivoluzioni e si possono veicolare messaggi importanti e nobili. C’è sempre stato una specie di filo che collega la musica e le sue danze alla natura; con la musica si festeggiava la fine di una stagione arida e l’arrivo delle piogge tanto agognate, con i canti e i balli si chiedevano agli dei aiuti e buona sorte per le battute di caccia o per gli abbondanti raccolti. Durante i secoli gli uomini hanno cantato le bellezze della natura ma anche le sue sofferenze; sembra quasi che la Terra si serva di alcuni artisti per farci conoscere, un po' di più, il suo dolore e i suoi problemi.
Vari artisti italiani e internazionali hanno scritto e interpretato diverse canzoni a tema ambientalistico e ecologico, in questo breve articolo verranno citate due canzoni italiane “Il ragazzo della via Gluck” di Celentano e “Ricordati di Chico” dei Nomadi. Queste due canzoni sono state scelte perché, in particolare, parlano di alcuni processi legati al suolo.

“Perché continuano a costruire le case e non lasciano l’erba?” così si conclude una delle più famose, e forse la più iconica delle canzoni di Celentano, scritta ormai nel lontano 1966. Il tema cardine del brano è la smodata cementificazione e la costante diminuzione di spazi verdi, che hanno come conseguenza la perdita della felicità e della libertà. E’ lo stesso Celentano a confermare la valenza del brano “Scrissi Il ragazzo della via Gluck anni dopo, ma nel tempo che trascorse non smisi mai di avvertire il pericolo che il mondo stava correndo con la cementificazione selvaggia. Evidentemente era innata in me la coscienza ambientalista, un grido di dolore contro chi stava minacciando la vita e il pianeta stesso”. “Questa canzone non è mai stata nostalgica ma una denuncia sociale in un momento in cui nessuno parlava di ecologia e ambiente”. E in effetti, Adriano ci aveva visto lungo, 54 anni dopo infatti la cementificazione selvaggia e la perdita costante di suolo continuano ad essere tra le più significative problematiche ecologiche. Il ragazzo della via Gluck è forse la prima canzone italiana di questo tipo, che tratta apertamente dei temi ecologici e che critica apertamente la società sempre più assuefatta al progresso sfrenato e cieca nei riguardi della natura; forse è per questo motivo che la canzona risulta, tristemente, attuale.
“I signori della morte hanno detto sì, l’albero più bello è stato abbattuto” è questo l’incipit del brano dei Nomadi del 1991 che ci racconta una storia, quella di Chico Mendes, un attivista e ambientalista brasiliano morto per difendere i diritti della foresta amazzonica e degli Indos che la abitano. Il tema ecologico del brano è davvero intenso e, anch’esso, sempre di pressante attualità. Infatti la deforestazione e la perdita di suolo forestale, nonostante gli sforzi che sono stati più o meno attuati dai governi mondiali non ha accennato a diminuire, e risulta essere una delle catastrofi più imponenti della nostra epoca. Ma la canzone non è triste, anzi, racchiude una grande speranza per il futuro, e un desiderio, che il sacrificio di Chico non sia stato vano e che “in ogni angolo del mondo nasceranno foreste”.
La musica quindi è una arma davvero potente che si può utilizzare per denunciare soprusi (anche sulla natura) e per veicolare messaggi di speranza e cambiamento. Non è un caso che sono state scritte svariate canzoni per le proteste di FridayForFuture e che i brani più iconici hanno fatto da sfondo alle manifestazioni in tutto il mondo.
Pensate che la musica sia davvero così importante? Vi viene in mente qualche altro brano che parla di ecologia e in particolare dei problemi del suolo?
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