Amare e produrre
- Anna Crippa
- 18 giu 2020
- Tempo di lettura: 1 min

L’agricoltura è uno dei primi mestieri che l’uomo ha svolto sulla terra. Egli si appropria del ciclo vitale dei vegetali per produrre. Ma il rapporto con il suolo del contadino è particolare: si apre con lo stupore che egli prova nel vedere giorno dopo giorno la vita germogliare dal suolo e rivelarsi vigorosa. Il contadino guarda con amore e meraviglia la vita che si rinnova.
Ma tutti hanno questo sguardo sul suolo che produce? Può guardarlo in questo modo il raccoglitore di pomodori che lavora ore e ore al giorno per una paga da fame? Benedirà o maledirà la terra che coltiva? La sentirà amica o nemica?

Quindi: quale rapporto uomo-terra dobbiamo fare prevalere? Il primo o il secondo? Che proposte concrete possiamo mettere in campo per limitare il più possibile la seconda situazione e diffondere sempre più la prima?
Leggendo il tuo post, mi è tornato alla mente quanto mi raccontava un vecchio contadino amico di mio padre: "per me la terra è tutto: vedo il Creatore stesso in ogni zolla e in ogni nuovo germoglio, e mentre lavoro mi sembra quasi di pregare".