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Il mosaico paesistico

  • Anna Crippa
  • 3 set 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Il paesaggio è “una parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione dei fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni” (Convenzione Europea sul Paesaggio, 2000). Il paesaggio viene inoltre definito come “volto visibile del territorio che si muove e invecchia con gli uomini” (Turri E. 2002).

L’ecologia del paesaggio propone una lettura del territorio svincolata sia dai criteri estetico-percettivi sia dall’approccio storico e lo definisce come un mosaico di ecosistemi e di usi del suolo che si ripete secondo una configurazione spaziale riconoscibile su un’area più o meno estesa (Forman R. T. T. e Gordon M., 1986).

I livelli organizzativi della gerarchia dei sistemi ecologici dipendono dai diversi gradi di antropizzazione/naturalità del suolo. Il paesaggio è infatti dotato di una struttura propria, anche se presenta elementi di ripetitività che possono essere riconosciuti in 3 tipi di tessere del mosaico paesistico:

- Macchia: Tessera paesistica senza una dimensione spaziale prevalete che differisce dal mosaico paesistico circostante. La sua importante funzione consiste nella conservazione della biodiversità, nell’habitat per le diverse specie vegetali oltre che rifugio per gli animali.

- Matrice Paesistica: Elemento più esteso del mosaico paesistico. La sua principale funzione è quella di controllo della dinamica del mosaico paesistico, ovvero dei flussi di materia ed energia (come il sequestro di carbonio e la conservazione del suolo e delle acque) e di informazioni (ovvero i processi genetici).

- Corridoio: tessera con sviluppo lineare che differisce in modo netto da ciò che lo circonda. La sua fondamentale funzione è quella di connettere macchie analoghe per evitare frammentazioni del territorio che causerebbero inevitabilmente scomparsa di specie animali ma anche vegetali (a causa della difficoltà di della dispersione dei semi). Il corridoio consiste quindi in fasce di vegetazioni che fungono da habitat, condotti o rifugi, filtro (es. fitodepurazione) ma nel caso di strade o infrastrutture essi fungono da possibili barriere.



In senso ecologico il paesaggio possiede un certo grado di eterogeneità dovuto alla configurazione del mosaico di tessere che lo caratterizza. Questa eterogeneità è determinata da caratteristiche fisiche (come il clima, la morfologia, la litologia) e da interventi antropici (con la trasformazione delle aree naturali e dei suoli agricoli in aree urbanizzate).

La frammentazione degli habitat naturali costituisce una minaccia alla diversità biologica a causa:

· Della progressiva sottrazione della superficie delle fitocenosi naturali fino alla scomparsa delle stesse o di alcune specie;

· Della modifica dei processi di decomposizione e riciclo dei nutrienti e di dispersione dei semi;

· Degli effetti negativi sui processi di rinnovazione naturale dei popolamenti forestali

· Della possibile estinzione locale della popolazione di specie sensibili o variazione della composizione specifica di una comunità.

Il mantenimento di una continuità fisico-territoriale ed ecologico funzionale è importantissimo per mitigare gli effetti negativi della frammentazione; fondamentali sono quindi la contiguità (connectedness) ovvero un’adiacenza fisica e la connettività (connectivity) ovvero la disposizione spaziale dei tipi ecosistemici, della continuità fisica, della presenza, della tipologia e della dimensione degli elementi del paesaggio naturali o di origine antropica, ma anche degli aspetti funzionali (ovvero le caratteristiche intrinseche, ecologiche e comportamentali delle singole specie).

Contiguità e connettività sono alla base della lettura del mosaico paesistico in termini di rete ecologica.


Infine è da tener presente che più un ecosistema è complesso dal punto di vista strutturale, più tende a dissipare energia per mantenere il proprio ordine interno: per quantificare questo aspetto può essere utilizzato l’indice di biopotenzialità territoriale o capacità biologica territoriale (BTC) che stima il flusso di energia che una determinata tessera dissipa per mantenere il suo livello di ordine e il suo stato di equilibrio dinamico.

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