I fitofarmaci
- Anna Crippa
- 25 lug 2020
- Tempo di lettura: 2 min
I fitofarmaci (o agrofarmaci) sono prodotti chimici, naturali o di sintesi, utilizzati in agricoltura, che hanno un impatto sull’ambiente. Essi possono essere antiparassiti (insetticidi e fungicidi) o erbicidi.
Da 50 anni la popolazione mondiale cresce in maniera vertiginosa e incontrollata; questo fatto porta al consumo sempre maggiore di risorse alimentari.

Ma la superficie coltivabile non aumenta, anzi si riduce: la superficie disponibile per persona era 400 mq nel 1960; oggi è circa la metà ovvero 200 mq per persona ed è stimato che si arriverà a 180 mq nel 2030.
Quindi risulta ovvio che è necessario produrre di più usando meno terra. Si ritiene anche che 1/3 della quantità di cibo prodotta verrebbe persa senza l’utilizzo degli agrofarmaci, comunemente chiamati pesticidi.
Tutti i fitofarmaci devono acquistare il carattere ufficiale di “presidi sanitari” dal ministero della sanità che ne autorizza la produzione, la formulazione e l’emissione in commercio. L’atto di registrazione stabilisce:
· Classe tossicologica
· Informazioni sulla ditta produttrice
· Informazioni sulla composizione
· Nome del prodotto commerciale
Ogni variazione del formulato o tipo amministrativo implica una richiesta di autorizzazione.
Di seguito la CLASSIFICAZIONE -in ordine decrescente di pericolosità- dei presidi sanitari in base al DPR 1225 del 3 agosto 1968 (esperimento fatto per via orale sui ratti, dove P.A. indica il principio attivo):
· Classe 1: con DL 50: P.A. < 50 mg/Kg
· Classe 2: con DL 50: 50 < P.A. < 500 mg/Kg
· Classe 3: con DL 50: P.A.> 500 mg/Kg
· Classe 4: presidi sanitari la cui manipolazione ed impiego normali possono comportare rischi trascurabili per l’uomo
NB: DL 50 = dose letale che uccide il 50% delle cavie da esperimento (in questo caso ratti)
Hai mai controllato in quale classe si trova il fitofarmaco che stai usando? Sei disposto magari a pagare di più un fitofarmaco che inquina di meno?
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